venerdì 4 dicembre 2020 | ore 16:30online

Metafisica della peste

Quando la natura non basta a spiegare

con Silvia Bencivelli, divulgatrice scientifica, Giorgio Ficara, critico letterario e Sergio Givone, filosofo, modera Vera Tripodi, filosofa

Peste: il morbo più celebre della storia e metafora letteraria, la cui essenza sta nell’improvviso insorgere del timore del contagio. Focolaio di paura e di sfiducia, la peste è un fenomeno della natura. Ma la natura non basta a spiegarla. La peste scatena sia i meccanismi mentali che fisici del contagio.
Omero parlava delle frecce scagliate da Apollo nel campo degli Achei. Per Manzoni la peste riconduce a un disegno divino. Lucrezio ha un’idea opposta e ci spinge a liberarci dalla superstizione che la peste venga dal cielo.
La peste ci spinge a interrogarci: Perché siamo al mondo? Perché dobbiamo morire, specie se la morte può arrivare nelle forme di una catastrofica malattia che uccide, o che può lasciare le sue vittime vive, ma nude e prive di qualsiasi parvenza di umanità?

 

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Studenti e studentesse del Liceo Classico Umberto I di Palermo hanno ascoltato la lezione di Ivano Dionigi, queste le loro considerazioni.

#1 di Matilde Rizzo, Maria Cristina Valenzia, Cecilia Denaro e Lucia di Blasi, III A
Durante questo periodo, buio e difficile, noi ragazzi abbiamo avuto l’opportunità di assistere al “Festival del Classico” proposto dalla nostra cara professoressa Ada Magno. Il Festival del Classico (organizzato dai professori Luciano Canfora e Ugo Cardinale) è stato un modo diverso, istruttivo e interessante di passare i pomeriggi, che erano diventati sempre più monotoni.
Un incontro, in particolare, che ci ha colpito molto è stato La metafisica della peste con Silvia Bencivelli, Giorgio Ficara e Sergio Givone. Nell’incontro si parlava di come veniva vissuta la peste in vari periodi storici e di come c’era un forte timore del contagio, come ai giorni nostri. Ci sono stati diversi riferimenti ad Omero su Apollo, che era pure il dio delle pestilenze. Oltre ad Omero, è stato citato Alessandro Manzoni, che a sua volta esprimeva le sue considerazioni sulla peste nell’opera “Storia della colonna infame“. L’incontro ci è piaciuto particolarmente sia per il modo in cui ci ha fatto capire che la morte, nonostante sia una tappa del nostro percorso di vita, può comunque arrivare quando una persona non se l’aspetta, sia per il modo in cui ci ha fatto comprendere che le persone vivevano quella situazione in modo differente da come la viviamo noi attualmente.
Dove le persone in quei periodi uscivano soltanto per comprarsi un pezzo di pane, noi invece (nonostante le leggi e le restrizioni) continuiamo ad uscire e a fare assembramento come se nulla fosse.
Se l’occasione si ripresentasse, parteciperemo volentieri e senza esitazioni a questo festival del classico, che ha portato una “luce” di conoscenze ed ha spezzato quella monotonia che si è venuta a creare in questi mesi.