Le edizioni
2023 | Oriente / Occidente
Il tema della 6. edizione è Oriente/Occidente, un ambivalente orizzonte culturale che siamo abituati a leggere in modo unidirezionale ma che riserva molte sorprese.
Rileggeremo i miti, la storia, l’arte, la letteratura, la filosofia, la geografia, le vie del commercio, l’evoluzione della tecnologia insieme ai testi antichi e a relatori e relatrici d’eccezione.
E forse, alla fine, potremmo ripensare l’Occidente e gli equivoci dell’orientalismo, cioè quella forma mentis che impedisce a noi occidentali di vedere realmente com’è quell’altro che ci rappresentiamo come Oriente.
rivivi il Festival: 👁 su Youtube | 🎧 su SoundCloud
2022 | Lavoro: condanna, diritto, utopia
Perché Adamo fu condannato a lavorare? Perché aveva ceduto al desiderio di attingere all’albero della conoscenza. È con questa scena odiosa che ha inizio la storia umana secondo una tradizione che ha rischiato di imporsi come verità storica. In questa scena archetipica confluiscono due concetti oscurantistici: la conoscenza va preclusa, il lavoro è un disvalore, anzi una condanna. Per fortuna gli umani hanno accettato la sfida e hanno seguito un cammino opposto: hanno lottato per conquistare sempre maggiore conoscenza e hanno molto faticosamente restituito dignità al lavoro. Questo è stato il cammino più lungo e doloroso.
L’illusionistica immagine, dura a morire, di un’età classica armonicamente divisa tra la creazione artistica e il ‘mestiere di cittadino’ nasconde, o lascia in ombra, la realtà più sconvolgente di quel mondo: il lavoro come destino di chi ha perso la libertà personale o non l’ha mai avuta. Di qui la nascita di utopie che talora tratteggiano o vagheggiano un’età dell’oro, un mondo senza lavoro; di qui anche l’esplosione di ribellioni di rara asprezza; di qui infine la crisi della coscienza, e della fiducia in se stessi, che erode dall’interno le classi egemoni. Un cammino accidentato al termine del quale parvero – ma solo parvero – ricongiungersi la libertà e il lavoro.
rivivi il Festival: 👁 su Youtube | 🎧 su SoundCloud
2021 | Libertà e schiavitù
La 4. edizione apre uno spazio di riflessione intorno al dualismo libertà/schiavitù. «L’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene»: queste prime righe del Contratto sociale di J.J. Rousseau pongono l’accento su un’antinomia che accompagna da lungo tempo la storia dell’umanità: l’apparentemente ineludibile correlazione tra libertà e schiavitù nel consesso sociale. La schiavitù nel mondo occidentale è sempre esistita? Rara tra i popoli nomadi, è documentata nelle civiltà antiche dal Medio Oriente all’India alla Cina. Cosa si intende per eleutheria? Si può parlare di modo di produzione schiavistico e quando sarebbe nato? Qual è il risultato della globalizzazione in termini di libertà e schiavitù? Questi e molti altri quesiti sono stati il punto di partenza di oltre 40 appuntamenti: lezioni magistrali, letture, dialoghi, dispute dialettiche, seminari, alimentati dalle parole della letteratura e della filosofia, sullo sfondo della storia, per riflettere sul valore della libertà e l’ingiustizia della schiavitù nel mondo di oggi attraverso il confronto critico con il pensiero antico.
rivivi il Festival: 👁 su Youtube | 🎧 su SoundCloud
2020 | Homo sive Natura: guerra, pace, malattia nella spirale della storia
Guerra e pace: un binomio indisgiungibile quando si analizza l’ambivalenza della natura umana e il cammino della storia. La guerra e la violenza sono insite nell’uomo al pari della pace e del bene. Questo emerge nel poema omerico, la prima rappresentazione della guerra nella letteratura che sembra celebrare la forza che manifesta, accanto al dispiegarsi tragico della violenza, lo sgorgare delle “lacrime” e i segnali della pietà e dell’amore, annuncio del bisogno di pace. Il terzo appuntamento del festival riscopre invece un antagonismo differente, che mette in relazione la Guerra, la Pace e la Malattia e al centro del dibattito la Storia, ricettacolo di guerre, epidemie, conflitti, ma anche di anelito alla pace.
Nel corso dei secoli l’uomo si è trovato a interrogarsi sul concetto di Pace, come tregua temporanea o pace perpetua, sulla Guerra, rivelazione della natura belluina dell’uomo o sostanza di antiche antinomie insolubili, sulla Malattia, oscura metafora dell’imponderabile e dell’impotenza.
Nella libertà di risposta rispetto alle grandi domande della vita sta proprio l’essenza della civiltà greca, che ha sviluppato in modo problematico questi dilemmi di sempre nell’epica, nella tragedia, nella filosofia e ha lasciato questa eredità anche al mondo romano.
2019 | LA VERITÀ CI RENDERÀ LIBERI
La verità ci renderà liberi: un augurio e una speranza.
Siamo abituati a percepire un potere che occulta gli arcana dominationis, che viene sentito come ingannevole e oscuro, ma mai come in questo tempo sentiamo il bisogno di trasparenza e di affermare il diritto alla verità contro le falsificazioni, il diritto di essere tutelati nel nostro bisogno di reciproco riconoscimento pubblico.
Ma quale verità?
La parola rimanda agli albori della cultura greca quando irruppe sulla scena nella ricerca di una via lontana dal cammino consueto degli uomini e divenne poi protagonista dello scontro tra Socrate e i sofisti durante il primo esperimento di democrazia in Atene. Si è scelto perciò di interrogare quelle origini non per trovare risposte definitive, ma per riscoprire il nascere di quegli antichi dilemmi che ancora ci riguardano.
Il Festival si avvale della collaborazione di filosofi , filologi, storici, scienziati, letterati, poeti; indaga l’universo femminile, fonte di verità spesso nascoste; cerca di dare spazio ai giovani studenti e al mondo della scuola che ha bisogno di ritrovare l’entusiasmo che solo può garantire il realizzarsi di questa promessa di libertà che viene annunciata; indaga il rapporto del singolo con sé stesso e con i beni veri e falsi cui tende la sua libertà; dà voce al bisogno di smascherare il falsovero che domina il nostro mondo, troppo inquinato dalle fake news per non cercare di arginarne la deriva demagogica.
2018 | Res publica. Il potere dei cittadini
I classici hanno un futuro.
Non offrono risposte semplici, ma ripropongono antichi dilemmi.
Non presentano un’immagine unilaterale, ma ci propongono una preziosa dialettica di opzioni divergenti.
Se la storia non è un fluire senza senso, gli antichi Greci e Romani costituiscono un laboratorio di domande e soluzioni provvisorie con cui cimentarsi senza soggezione né senso di inferiorità.