Il demone di ogni uomo
«Tu chi sei?»: la risposta in quattro precetti (più uno)
con Ivano Dionigi, latinista autore di Segui il tuo demone (Laterza) e Pietro Del Soldà, filosofo
Obbedire al tempo (parere tempori), seguire il demone (deum sequi), conoscere se stessi (se noscere), non eccedere in nulla (nihil nimis): racchiusi in otto parole latine che sfidano la brevitas di Twitter, questi i quattro punti cardinali attorno a cui ruota tutta la saggezza classica legata a Sofocle e Socrate, Platone e Aristotele, Cicerone e Orazio, Seneca e Agostino e alla quale farà costante riferimento la riflessione letteraria e filosofica della nostra Europa.
Quattro precetti che mirano a rispondere alla domanda di Agostino: «Tu chi sei?».
La riflessione arriva a oggi e intercetta le domande delle giovani generazioni, chiamate a una missione supplementare e difficile: arrivati in un mondo vecchio fatto su misura per i loro padri, devono ora costruirne uno nuovo per loro stessi e per i loro figli.
Torna così attuale l’invito che Max Weber rivolse ai giovani nei giorni che seguirono le macerie della prima guerra mondiale. Alla domanda: «Professore, cosa dobbiamo fare?», il professore non seppe andare oltre questa risposta: «Ognuno segua il demone che tiene i fili della sua vita».
Studenti e studentesse del Liceo Classico Umberto I di Palermo hanno ascoltato la lezione di Ivano Dionigi, queste le loro considerazioni.
#1 di Giulia Palazzolo, Gabriele La Cecla e Eleonora Luglio, III A
L’incontro del 3 dicembre 2020 col filologo Ivano Dionigi intervistato da Pietro del Soldà ha offerto spunti di riflessione su alcuni temi del libro Segui il tuo demone dello stesso Dionigi, nel quale vengono trattati argomenti costanti nel tempo e vengono mostrati i collegamenti tra filosofi antichi ed il mondo contemporaneo. Tra i filosofi troviamo Eraclito, Seneca e Socrate. Il primo menzionato è proprio Socrate per il fatto che proprio lui sente una voce che gli parla e che lo incita a seguire il proprio demone. Socrate sostiene infatti che bisogna “seguire il demone che condiziona la propria vita. Il concetto di demone si collega alla parola “ευδαιμονία” , ossia felicità: ciò dipende dal fatto che la compagnia di un buon demone ci porta alla felicità. Per questo dovremmo ascoltare di più le nostre inclinazioni interiori, anziché farci condizionare da fattori e fenomeni esterni. Dionigi ribadisce che la felicità è un problema sociale e non individuale e, nonostante ognuno abbia un demone diverso dagli altri, questa diversità unisce.
È stato ribadito il concetto dello Stoicismo per il quale esiste solo il presente e l’istante contiene l’eternità. Secondo Aristotele il tempo sembra essere una sorta di cella, secondo Seneca dobbiamo cercare di andare oltre il dominio del tempo su di noi ed avere un maggiore controllo su di esso. Infatti, Dionigi ,citandolo, dice che obbedire al tempo non vuol dire obbedire alle circostanze. Un problema di cui risente anche la società dei giorni nostri è proprio questo. Con il passare degli anni e con le recenti tecnologie la società ha preso a modello determinati standard, bloccandosi su di essi: Ciò ha causato la perdita del concetto di individualità. Al giorno d’oggi, la nostra società si mostra, in qualche modo, come una sorta di schema: tutto è uguale e nulla deve sfuggire al caso, e quando questo succede questo schema crolla. Dionigi parla infatti “d’inferno dell’uguale”.
Interessante è anche la parte in cui Dionigi sottolinea il cambiamento del significato della parola “competitività”. Il termine competere deriva dal latino “cum petere” ossia dirigersi insieme. Oggi, invece, ha assunto una sfumatura individualistica: ognuno, infatti, ha atteggiamenti di sfida verso il prossimo, specialmente nella quotidianità ma anche nell’ambiente lavorativo o in quello scolastico.
#2 di Gabriele Marra, III A
La scorsa settimana ho assistito ad un incontro online sul festival del classico dove erano presenti l’accademico Ivano Dionigi e il conduttore televisivo Pietro Del Soldà. Il tema era l’analisi del testo di Dionigi Segui il tuo demone, in cui si riassumevano i quattro motti di Cicerone sulla saggezza antica. Io concordo che in ognuno di noi c’è una voce emozionale che mi dice “ora cosa devo fare e cosa non, cosa devo scegliere”; da questo dialogo ho capito che è la voce della propria identità e che ha una lunga storia. Già Eraclito e poi Socrate secoli fa, sostenevano che c’è un demone in ognuno di noi, ma anche nel dopoguerra il sociologo Weber quando i suoi alunni gli chiesero che modello prendere come punto di riferimento, egli rispose di seguire il proprio demone. Con questo io concordo che ognuno di noi deve seguire la propria tela anche se oggi sono tempi bui. Tutto sommato oggi grazie all’intelligenza artificiale tutto è scontato ed uguale, nulla è lasciato al caso, ma nonostante tutto stiamo vivendo un periodo di incertezza; un microbo ha messo in discussione quelle che per noi erano certezze. Viviamo nell’ansia, ma è il momento (dice Dionigi) del Time-out, il momento di far pace con il tempo e ritrovare noi stessi. Dicevano gli stoici che il tempo è come un fiume che porta con sé chi acconsente e annienta chi dissente. Seneca sosteneva che di fronte al tempo possiamo solo obbedire, la nascita è una marcia quotidiana verso la morte, ma come dobbiamo dominare il tempo? “Importante è vivere, stare al mondo, bisogna recuperare la qualità e non dobbiamo arrenderci al predominio economico e finanziario allo squilibrio sociale, ecologico-ambientale e sanitario.
Oggi come fare ad ascoltare il nostro demone? Da quello che ho capito è necessario l’arte della sintesi per non rimanere spiazzati davanti all’imprevisto. Il dialogo si conclude parlando della spiritualità (che oggi ritorna). Già nell’antica Roma trascurare gli dei era un delitto politico prima che religioso e Livio sosteneva che la forza di Roma era stata tenere insieme i popoli attraverso la religione, quest’ultima serve a tenere sottomessi i popoli.